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Luca Sciarrillo

parte 11 | The Phantom Sportscar

La storia completa della rivoluzionaria sportiva vecchia scuola a cui non fu mai data una possibilità

 
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Con la cessione della Tomita Auto UK ad AUTOBACS nel 2000 e la successiva creazione della AUTOBACS Sportscar Laboratory, lo sviluppo della ZZ-II viene passato alla ASL, che aveva acquistato il sito di Kameoka; l'auto venne rimarchiata ASL RS-01 nel tentativo di garantirle un futuro agonistico, che si sarebbe concretizzato con la partecipazione nel 2003 alla 24 Ore di Le Mans. Ma a questo programma viene preferito continuare l’avventura in GT300, iniziata con la Apex MR-S gestita da Super Autobacs, adoperando la neonata Garaiya. Il comunicato sulla cancellazione della RS-01 arriva il 20 maggio 2003, mentre la ASL verrà dissolta nel 2005, ma comparendo fino al 2008 sulla tuta della ARTA. Per sette anni la RS-01 è stata custodita nella sede di ricerca e sviluppo della AUTOBACS a Kameoka. Nel 2009 fu riportata a Tomita, che da dieci anni la mantiene in ottimo stato, portandola di tanto in tanto ad eventi (l’ultimo è stato il Carzy Sportscar Heritage Gathering nel tempio Kitano Tenmangu, a Kyoto il 19 Maggio 2019).


Nel giro di qualche anno vedono la luce officine di manutenzione ed elaborazione per Tommy Kaira: le più importanti erano Threeek e KED (all’epoca acronimo per Kam Engine Development)


Tomita il 1 Maggio 2002 crea la Tomita Dream Sales (Tomita yume Hanbai) con sede a Minami-ku per gestire separatamente la vendita delle Tommy Kaira. Anche se Tomita è andato in pensione nel 2003, la compagnia è tutt’ora registrata.


I debiti accumulati dalla Dream Factory erano diventati troppi, per cui il 14 Febbraio del 2003 fu richiesto il Civil Rehabilitation Act, una forma di bancarotta introdotta nel pieno della crisi economica per incentivare gli amministratori a dichiarare fallimento quando i debiti erano ancora ripianabili, il quale non obbligava alla riorganizzazione dell’amministrazione. La somma in questione ammontava a un miliardo di JPY, equivalenti a 8.3 milioni di USD odierni (5/2019).


Nel 2007 la Dream Sales cambia nome in M-Direction (Minority Direction).


Nel 2009 il marchio Tommy Kaira fu preso in prestito dalla Rowen (ER Corporation), che rimpiazzò il ruolo della M-Direction. La rinominò Tommykaira Japan, virando la sua produzione verso bodykit molto vistosi e sistemi di scarico, allargandosi su altri marchi di auto. La sede principale fu trasferita a Toyota City, mentre il vecchio edificio della Fabbrica dei Sogni fu smantellato, e le altre sedi furono riconvertite.


Recentemente la Tommy Kaira è ritornata all’elaborazione di auto, dopo che il marchio è ritornato a Tomita nel 2016, e prestato alla GTS Co. Ltd. (Genuine Tommykaira Studio), una società in cui sono presenti alcuni dei dipendenti della Tomita Yume Koujou. Sono in sviluppo la R Concept (mostrata al Tokyo Auto Show 2018) mentre recentemente è stata presentata la Tommy kaira M14, elaborazione basata sulla Suzuki Swift Sport ZC33S.


Tomita nel frattempo ha ripreso la sua attività di collezionismo e vendita di auto esotiche, riaprendo nel 2012 la Tomita Auto Co. sempre a Kyoto.


Nel luglio 2018 ha annunciato che ha intenzione di creare una nuova società, la Tommykaira Co., con cui sviluppare una variante a benzina ad alte prestazioni sulla base della Tommykaira ZZ EV.



 
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Il luogo dove sorgeva la Yume Koujou nei pressi del Tempio del Padiglione d’Oro.


Foto in alto a sinistra presa da un magazine del 1995.


Foto in basso a sinistra di Koichi Noguchi su come si presentava la sede della Dream Factory al momento dell’acquisto della sua Tommy Kaira Z (Z33) nel 2003, poco prima dell’abbandono della Yume Koujou.


Foto a destra: schermate di Google Maps sull’edificio che sorge al posto della sede.


 
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Alcuni dei punti vendita Tommy kaira aperti durante vent'anni di attività. Alcuni erano esclusivi di Tommy kaira, altri vennero aperti all'interno di concessionarie ufficiali (Nissan e Subaru), e molte altre erano stand all'interno di negozi AUTOBACS.


 
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La vecchia Tomita Auto Co., e l'edificio sorto al suo posto. Foto di Jun Nishikawa


 
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