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Luca Sciarrillo

parte 9 | The Phantom Sportscar

La storia completa della rivoluzionaria sportiva vecchia scuola a cui non fu mai data una possibilità

 
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La ricetta non si ferma a enormi potenze. Il telaio ibrido della ZZ (vasca saldata di estrusi di alluminio a sezioni quadrate e tubi in acciaio, sempre prodotto nel Regno Unito) viene modificato. Il metodo di produzione rimane lo stesso, con gli estrusi in alluminio a sezione quadrata saldati, ma la vasca assume una forma bombata per ospitare meglio gli occupanti evitando di disporre i sedili ruotati verso l'interno, garantendo con la sua sponda una protezione anti intrusione fino all’altezza della seduta. Inoltre il telaio si allunga, soprattutto al retrotreno, per ospitare longitudinalmente, girato di 180°, il nuovo sei cilindri, decisamente più lungo dell’SR20 trasversale, portando a un aumento del passo per 275mm.


Il telaietto anteriore questa volta è progettato in modo da rispondere alle norme sulla sicurezza in caso d’urto per le auto di larga produzione.


Il sistema di raffreddamento è migliorato, con l'uso di un radiatore anteriore inclinato di circa 60 gradi che attinge dalla calandra, con le prese d'aria nei montanti posteriori del tetto, all'estremità dei finestrini incassati (come sull’F40).


L'alimentazione dell'intercooler è aiutata da tre prese d'aria: due di esse sono realizzate con airscope che partono dal parabrezza e terminano sul retro dell'estremità più lontana del vano motore. La loro sezione si restringe verso l'esterno man mano che si avvicinano al motore, per aumentare la velocità del fluido. In questo modo, tra di loro si ottiene un'altra presa, che ha la forma di un grande condotto NACA, con una gigantesca superficie di aspirazione proprio dietro il motore, che a sua volta può essere ammirato attraverso il minuscolo lunotto.



Il risultato è che il motore può sfruttare l'intera larghezza del tetto per l'alimentazione d'aria, ma senza i problemi aerodinamici di un airscope a tutta larghezza.



 


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Il cuore della berlinetta è un RB26DETT sempre biturbo, modificato con un alesaggio di 87mm e una corsa di 75.7mm, portando la cilindrata a 2700cc, con pistoni forgiati in alluminio con fasce rivestite in titanio, nuove bielle con sezione ad H rovesciata, albero alleggerito e riequilibrato prodotto in Inghilterra, accensione da corsa, sedi valvole lucidate, guarnizione di testa metallica, camme riprofilate ad alzata maggiore, molle valvola rinforzate, nuova centralina, intercooler maggiorato con pompa acqua Skyline N1, nuova turbina Garrett, iniettori e pompa benzina maggiorati, catback da 3.5”, centrale di scarico Fujitsubo e finale Tommy kaira.

Tutto questo permetteva di raggiungere 550PS verso i 7500 giri/min e circa 540Nm@6000rpm. Il motore non superava gli 8000 giri perché, come riportato da Kaira, il picco veniva raggiunto prima, a differenza di quanto suggerisce Gran Turismo. Forse il limitatore di 9000 RPM era vero per la prima iterazione del concept, che probabilmente aveva 600BHP e trazione posteriore, come in Gran Turismo 2.

A differenza della BNR34, qui l’RB26 non è posizionato sopra l’assale, quindi è stata progettata una nuova coppa, poiché il differenziale non si trovava più a lato del carter stesso.



La trasmissione a sei rapporti è la stessa Getrag mutuata dalla Skyline GT-R in blocco con i differenziali, assieme all’elettronica del sistema ATTESA E-TS Pro, opportunamente modificati dato che il motore è ruotato di 180 gradi insieme al cambio, che ha quindi la griglia rovesciata (notare la leva del cambio in prima marcia). Dato che le ruote hanno diverso diametro, fu progettata una scatola di rinvio modificata.


La nuova posizione del motore ha permesso di posizionare i differenziali indipendentemente da com’erano sulla Skyline, così sono stati presi dalla GT-R senza essere invertiti, come per il cambio.


 

tommykaira tommy kaira zzii zz2 suspension pushrod wheel body frp fibreglass drawing design apple noriyuki nishida



Le sospensioni sono doppi triangoli sovrapposti con configurazione pushrod, differenti all’avantreno con molla-ammortizzatore (Bilstein personalizzati da Tommy Kaira) disposti orizzontalmente sotto al cofano. Gli steli sono accessibili rimuovendo il cofano anteriore, di forma simile a quello della McLaren F1.


Le ruote sono le Tommy Kaira Pro-R forgiate in lega di magnesio, sterzate da un sistema a pignone e cremagliera privo di servoassistenza. Le dimensioni si attestano sui 245/40 ZR 18 davanti e 285/30 ZR 9.5x19 JJ dietro. Attualmente l'auto monta gomme da 225mm davanti e da 295mm dietro.


L'impianto frenante è composto da quattro dischi baffati autoventilanti AP Racing e pastiglie PFC, con misura di circa 370mm e 6 pistoncini all’anteriore e di circa 320mm e 4 pistoncini al posteriore. I dischi anteriori sono raffreddati dalle due prese d'aria triangolari ai lati della calandra.


La carrozzeria doveva essere in CFRP, ma nell'unico prototipo esistente è realizzata in FRP; i pannelli in fibra di vetro sono rivestiti con un gelcoat nero, come si può vedere dalle foto scattate nell'officina Meisan di Fujio Yagi a Kyoto, un'azienda specializzata nella produzione di FRP e policarbonato. Il peso di 1000 kg si riferisce probabilmente alla versione con carrozzeria in fibra di carbonio, mentre il prototipo con pannelli in fibra di vetro dovrebbe pesare solo unpelo sotto i 1200 kg, come riportato sul sito web AUTOBACS. Alcuni ipotizzano che i 1000 kg siano legati all'auto con carrozzeria in fibra di vetro, quindi il peso di quello con carrozzeria in carbonio avrebbe potuto essere di 900 kg.


Il corpo vettura raggiunge le dimensioni di 4 metri e 30 in lunghezza,1 metro e 96 in larghezza e 1 metro e 19 in altezza.


 
tommykaira tommy kaira zzii zz2 prototype concept early design apple noriyuki nishida sketch drawing mockup



L'estetica fu progettata dalla Design Apple, uno studio di design e architettura dei fratelli Nishida di Kyoto, che già disegnava i bodykit per le Tommy Kaira. Nishida è visibile nell’ultima foto accanto all’auto.


La linea è probabilmente uno degli aspetti più significativi della ZZ-II: nonostante siano passati 20 anni da quando fu partorito il design definitivo il 18 Dicembre 2000, l'estetica non risente troppo dello scorrere del tempo, soprattutto contando che siamo già nel 2020 e là fuori c’è uno stuolo di supercar incattivite.


In quel periodo storico a cavallo dei due millenni le supercar non si presentavano ancora con un'aria minacciosa, al contrario di come siamo abituati oggi. Le “concorrenti”, la Ferrari 360, la Porsche 996 GT3, la Dodge Viper GTS, la Aston Martin Vanquish, risultano degli agnellini comparati a una linea tanto filante, aggressiva, tesa e scolpita come quella della ZZII.


Kaira supervisionò il processo di progettazione. Il primo concept era una vera e propria auto da corsa con le targhe. Una delle caratteristiche principali della ZZ-II era il telaio della vasca in alluminio leggero e rigido, quindi, come si può notare sia nei disegni che nei primi modelli, una parte di esso era doveva essere esposta sul lato dell'auto. Lo stesso vale per la parte superiore del telaio, con gli archi del tetto a vista.


Tuttavia, in seguito il concept fu leggermente trasformato in una supercar più raffinata, quindi il telaio dovette essere nascosto. Il cuore del design diventarono le linee e bordi tesi, e le superfici complesse.



Come ho detto prima, Nishida era stato precedentemente incaricato della ZZ di seconda generazione, chiamata ZZ EVO, che doveva essere offerta in una versione coupé, ma che non è mai stata finalizzata.

Un paio d'anni dopo, dopo che il concept della ZZ-II è passato dall'auto da pista hardcore a una supercar raffinata, ha recuperato alcuni dei disegni della ZZ coupé e li ha evoluti per adattarli al layout della ZZ-II.


Caratteristici sono i grandi fari neri a punta che si sviluppano tridimensionalmente sul passaruota; il cofano anteriore con la parte centrale in rilievo per ospitare il radiatore; i due inusuali airscope separati sul tetto; il posteriore corto, largo e avvolgente, puntato all’insù come negli sport-prototipi, con i doppi fari circolari disposti su due livelli; il grande estrattore dell'aria con i due terminali di scarico ai lati; la presa d’aria sulla fiancata che solca tutto il lato fino alla ruota anteriore...


Curiosamente la saga di Gran Turismo annovera nel suo parco macchine la ZZ-II fin dal secondo capitolo, seguendone gli sviluppi dell'estetica confrontabili con i bozzetti della Design Apple, ma da Gran Turismo 3 non ha più aggiornato il modello poligonale dell'auto, che è rimasto alla maquette in scala 1:5 di fine 2000. Pertanto, nella serie della Polyphony Digital la ZZ-II non è stata mai riprodotta per come è stata costruita.


 
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