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parte 2 | The Phantom Sportscar

La storia completa della rivoluzionaria sportiva vecchia scuola a cui non fu mai data una possibilità

 
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I due si incontrarono all'inizio degli anni '80, mentre Kaira lavorava per Dome. Tomita, che era amico di Minoru Hayashi, si unì al team per la 24 Ore di Le Mans 1980, aiutando la logistica (ad esempio portando un differenziale sull'aereo per la Germania). Tommy kaira nasce a Kyoto nel 1986 come brand per contrassegnare i prodotti della Tomita Auto Co. Ltd. (http://www.tomitaauto.com).


Yoshikazu battezza la nuova avventura progettando e facendo erigere il nuovo edificio per le sue attività, chiamato “Yume Koujou” (Fabbrica dei Sogni), vicino al Tempio del Padiglione d’Oro (Kinkaku-ji) a Kyoto.


Il simbolo della Tommy Kaira è alquanto inusuale: una tartaruga stilizzata, “riempita” con la trama di un filtro dell’aria. Così come la tartaruga della favola di Esopo raggiunge la meta lentamente ma inesorabilmente, il logo riassume tutto il percorso di Yoshikazu che, dopo anni di duro lavoro, arriva finalmente a coronare il sogno di quando era ragazzo: costruire l’auto dei sogni.


E’ in corso un dibattito su come deve essere scritto il marchio.

A sostegno della scritta in due parole separate ci sono due dati di fatto:


  • tutte le registrazioni del marchio archiviate in TMview prima del 2010 mostrano che Tomita e Komura hanno sempre presentato domanda per una scritta formata da due parole, anche quando il logo con tartaruga venne registrato nel 1995. Solo dopo il 2010, quando il marchio è stato prestato a ER Corporation, la scritta è diventata di una sola parola. Dopo che ER ha smesso il marchio, è stato registrato un altro marchio “logo+scritta” ed esso mostra la scritta formata da due parole.

  • la scritta sul loghi stessi suggerisce che questa sia composta da due parole: nel logo vecchio le due parole hanno caratteri e dimensioni diverse, mentre nel logo con tartaruga la Y e la K non sono legate, mentre tutte le altre, al contrario, lo sono.


A supporto dela scritta a una sola parola ci sono altre due osservazioni:

  • in molti traduttori, laa scritta composta da una sola parola è tradotto correttamente come ト ミ ー カ イ ラ, che è la dicitura usata sempre per riferirsi al costruttore. Se proviamo a tradurre lo script di due parole, a volte le due parole sono divise da un punto. Il punto viene utilizzato per separare due parole straniere, in modo che il lettore giapponese sappia quando finisce la prima parola e quando inizia la successiva.

  • La scritta nel logo avrebbe potuto essere concepita senza tener conto del problema della divisione delle parole; se così fosse, anche se le parole sono separate, potrebbero effettivamente essere state pensate come unite in una parola sola. Se questo fosse vero, il marchio registrato potrebbe coprire solo la scritta del logo, ma non la parola del produttore stesso, che quindi sarebbe Tommykaira.



 


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Tomita iniziò la sua esperienza nel tuning alla fine degli anni Settanta, quando ancora importava auto di lusso e sportive. Ispirato dalla famosa SEL "Red Pig" che dominò la Spa24H, prese la sua 350SL e ne migliorò le sospensioni e lo sterzo, scoprendo il potenziale nascosto di quella vettura. Successivamente sviluppo’ un kit per turbocompressore insieme a BAE (Bob's Automotive Engineering, un'azienda specializzata in kit turbo), il "Turbo Hayate", per la Mercedes SEC.


Dal 1980 Passò all'importazione di AMG. La scelta ricadde su AMG in quanto Yoshikazu ammirava la società tedesca per essere riuscita a vendere auto elaborate e omologate, che invece in Giappone godevano di cattiva reputazione. L'accordo con AMG fu firmato sulla via del ritorno dalla 24 Ore di Le Mans 1980, a cui Tomita partecipò insieme al team Dome. Nella foto, si può vedere da sinistra a destra: il giornalista Giancarlo Perini (che traduceva dall'inglese al tedesco), Hans-Werner Aufrecht (amministratore AMG), Masahiko Kaneko (che traduceva dal giapponese all'inglese) e Yoshikazu Tomita.


Nel giro di qualche anno l’accordo venne meno per questioni di immagine, per cui intorno al 1984 Tomita iniziò l'importazione di Hartge come Hartge Japan Co. Ltd. Lui era il team principal della scuderia Auto Beurex con cui la BMW 635 CSi vinse il titolo JTCC nel 1986.


Se ricordate, Yoshikazu lavorò per una concessionaria Nissan di Kyoto quando aveva vent'anni. Diventò molto legato al suo capo, che era anche presidente della Associazione dei Dirigenti Aziendali di Kyoto, lo considerava un fratello maggiore. Fu il suo amico a consigliare Tomita alla Nissan.


Un giorno, nel 1985, Yoshikazu si trovava a Tokyo per un viaggio d'affari e ricevette una telefonata che lo avvertiva del fatto che un team di dirigenti Nissan lo stava aspettando a Kyoto. Lo aspettavano in un ristorante di fascia alta, e tra questi c'erano il suo amico e presidente Nissan Takashi Ishihara. Fu nominato per sviluppare la Sunny e la Skyline che sarebbero entrate nella European Collection di Nissan. Lui e Kaira vennero invitati nelle sedi design Nissan, dove Yoshikazu fu incaricato delle modifiche interne, mentre Kikuo dei test su strada. Stavano anche sviluppando delle versioni elaborate della Sunny B12 per il suo 20° anniversario nel 1986, una Hartge e una per la European Collection.



Allo stesso tempo, Tomita e Kaira stavano sviluppando la sua Skyline elaborata per Hartge Japan Co., ma Yasuharu Nanba della Nismo dichiarò nemico Hartge per aver sconfitto Nismo nel Campionato Giapponese Turismo (JTC) del 1985. Quindi, la European Collection R31 è stata passata a Nismo, che l'ha trasformata nella GTS Nismo Early Version, e poi nella GTS-R. L'Hartge HS30 fu sviluppata in modo indipendente da Tomita Auto, ma poiché Tomita voleva mantenere l'accordo con Nissan dovette abbandonare il marchio Hartge, e questa fu stata l'occasione per creare Tommy kaira.



Poiché la Skyline aveva bisogno di più sviluppo, Tomita lanciò il suo nuovo marchio con una Mercedes 190E 2.0 elaborata, chiamata Tommy kaira M19. Tomita dice che la M19 dava paga alle 190E 2.3 Cosworth della Yakuza.



Lo Skyline elaborata uscta nel 1987, divenne il secondo modello offerto: 240CV e 300Nm M30, basata sulla R31 Skyline GTS, più veloce della GTS-R. Solo pochi dettagli vennero modificati rispetto alla variante Hartge: il colore più scuro e lo stemma con la scritta del modello, che però conservava un font simile a quello BMW che veniva utilizzato per le Hartge.



La Tommy Kaira M30 è stata quindi la prima macchina elaborata riconosciuta ufficialmente del Giappone, e contribuì enormemente a migliorare l'immagine dell'auto elaborata nel Paese, vista da molti come un oggetto per teppisti fino a quel momento.


 


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La gamma Tommy Kaira spaziava dalle keicar monovolume come la Pleo e la Cube, passando per la March, arrivando alle Forester, le Legacy, le Cima, le Impreza, le Silvia, le Stagea, le Fairlady Z e infine le Skyline.


Grazie alla presenza così capillare nei listini, il marchio divenne noto non solo tra gli appassionati delle auto più performanti come le Skyline e le Fairlady Z, ma anche tra i possessori di auto più modeste, che potevano sentirsi speciali senza doversi impegnare in un mezzo fuori dalla loro portata.


La M30 ebbe un tale successo tra i concessionari Nissan che fu data la possibilità a Tommy Kaira di esporre la nuova M13 basata sulla March alla Nissan Gallery di Ginza.


Per la March e la ER34 GT Turbo, Tomita era addirittura riuscito a inserire le proprie parti nei cataloghi ufficiali di alcuni Nissan Prince Store, come optional disponibili al momento dell’acquisto, aiutando sia le vendite di Nissan che quelle della Tommykaira, che nel 1994 avevano superato il migliaio di esemplari.


Secondo tomita, che la M30 Z32 da 350CV del 1991 fu la prima auto di serie a raggiungere i 290 chilometri orari nell’anello di Yatabe, e infatti fu la prima sportiva a “rompere” l’accordo dei 280PS.


La Skyline divenne il modello di punta della Tommy Kaira, sia nelle versioni 2.0 (R31 e R32) e 3.0 (R31) che nelle versioni 2.5 (versione di punta a trazione posteriore) e 2.6 (GT-R). Fu addirittura mostrata ai dipendenti Nissan di Tokyo da Nissan stessa.


La R fu portata nel 2001 all'Autobacs Greeting Day al Twin Ring Motegi, dove, secondo Tomita, Aguri Suzuki la elogiò poiché trasmetteva le stesse sensazioni della controparte da Super Taikyu, ma con dei freni adatti all'utilizzo stradale, e che Keiichi Tsuchiya rimase colpito dal bilanciamento.


 
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